10m 54slongitud

0.30 Mattutino seguito dalle Lodi. Durante questo Ufficio notturno si recitano canti e scritture sacre, in un atmosfera di semioscurità e grande raccoglimento. La veglia dura tre ore. 7.00 Prima. Dopo qualche ora di riposo, con la celebrazione della Prima il monaco inizia la sua giornata. Il tempo che segue è dedicato alla lectio divina e alla preghiera personale in preparazione alla Messa. 8.15 Messa conventuale non concelebrata I monaci sacerdoti celebreranno anche una Messa solitaria in orari convenuti. 9.00 Terza Dopo la Messa conventuale, la celebrazione dell'Ora Terza introduce il monaco alle attività di studio o di lavoro che deve svolgere in solitudine. 11.45 Sesta Dopo l'ora Sesta viene servito il pranzo che il monaco consuma in cella. Segue un momento di libertà in cui ci si può dedicare ad attività manuali, letture o relax. 13.00 Nona L'ora Nona riconduce il monaco ad un'altro momento di studio o lavoro prima dei Vespri. 17.00 Vespri Prima di recarsi in chiesa il monaco si dedica ad un momento di preghiera personale (Vespri della Madonna) 18.00 Tra i Vespri e l'Angelus della sera il monaco attende alle letture spirituali. Quando non c'è digiuno può anche consumare una cena frugale. 19.00 Angelus Compieta Dopo il suono dell'Angelus, il monaco conclude la giornata celebrando la Compieta. Ci si corica senza indugio per poter essere pronti per la lunga preghiera notturna. UFFICIO NOTTURNO - Un altro momento forte della giornata liturgica è l’ufficio celebrato in chiesa nel cuore della notte: per due o tre ore, secondo i giorni, si alternano il canto dei salmi e la lettura della sacra Scrittura o dei Padri della Chiesa, momenti di silenzio e preghiere d’intercessione. La più antica tradizione monastica ritiene che la pace ed il raccoglimento della notte favoriscono assai la contemplazione e l’incontro con Dio. Per certi passi dell’ufficio i monaci spengono le luci e cantano a memoria nell’oscurità in un’atmosfera altamente suggestiva. UFFICIO DIVINO - Le altre parti dell’ufficio divino sono celebrate da ciascun monaco nella sua cella, tranne le domeniche e certi giorni di festa in cui sono cantate anch’esse in chiesa. Però, anche in solitudine, la liturgia è un atto comunitario, difatti quando il suono della campana dà il segnale tutti i monaci pregano contemporaneamente e da tutte le celle del monastero si eleva una sola lode a gloria di Dio. Questa convergenza delle preghiere individuali dimostra quanto la solitudine dei certosini sia una comunione: in cella i monaci non sono isolati, ma realmente uniti ai fratelli. By Anicec 2015 di Gerardo Madonna.