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Anno B: CIO' CHE CONTA VERAMENTE At 9,26-31 1 Gv 3,18-24 Gv 15,1-8 Nel giovane d'oggi c'è uno stile che mi è estraneo: parla di sport e di cinema senza domandarsi il perché ultimo di interessi così insignificanti. Non vuol parlare di politica né di sindacato per non far fatica interiore. Parla della donna e della futura moglie col solo criterio sensuale. Vuol ignorare la morte ed il dolore, considera prodezza l'arrischiare per gioco la propria e l'altrui vita sui motori. Parla del denaro come del bene supremo. Attende da una vincita al totocalcio la soluzione di ogni problema. Considera il divertimento un diritto essenziale, anzi un dovere, una cosa sacra, il simbolo della sua età. Non c'è nulla di opposto alla fede che questo stile. Mancano gli interessi degni di un uomo (don Lorenzo Milani). Don Milani sembra proprio descrivere i nostri giorni, vita frenetica, giornate intense divorate dalla fretta di «dover fare molte cose»: appuntamenti, incontri, attività riempiono la nostra vita... senza lasciarci il tempo per pensare, per ragionare e riflettere, così incontrando le persone sembra avverarsi ogni giorno la frase di don Milani: «Mancano gli interessi degni di un uomo!». Ci si preoccupa di tutto, tranne che degli interessi veri della vita, delle cose importanti, ciò che invece è marginale e secondario diviene sempre di più importante e cattura interesse e tempo, provate a rileggere il brano appena citato e confrontatelo con la vostra esperienza personale! In questa domenica ci vogliamo chiedere, alla luce della Risurrezione, quali sono gli interessi degni di un uomo? Risponde San Giovanni con il suo Vangelo che oggi la liturgia a noi ripropone. «Rimanete in me ed io in voi - dice il Signore -. Come il tralcio non può far frutto da se stesso se non rimane nella vite, così anche voi se non rimanete in me. Io sono la vite, voi i tralci. Chi rimane in me e io in lui, fa molto frutto, perché senza di me non potete far nulla». Ecco l'interesse vero della vita, restare legati sempre al Signore Gesù! Ma cosa importa all'uomo di oggi «restare legato a Gesù»?! Ben altri sono le preoccupazioni, non ci si rende proprio conto che senza di Lui non possiamo fare nulla. L'uomo è così preoccupato della vita quotidiana che non pensa più al suo domani, alla vita eterna. E se non si pensa alla vita eterna anche rimanere legati a Gesù... non ha significato. Siamo troppo legati alla nostra vita quotidiana, alle nostre cose per essere legati al Signore. Come potrà un uomo che acquista un orologio da cinque milioni essere attaccato al Signore? Il suo cuore sarà attaccato più a questa ricchezza di oggi od al paradiso di domani? E' dei poveri il Regno dei Cieli. Ascoltiamo: "Sono un vero pellegrino di pena, / sbandato in questo vasto mondo. / Non ho speranza oggi, né l'avrò domani. / Ho cominciato a far del Paradiso la mia casa. / Qualche volta sono sbandato e calpestato, Signore. / Qualche volta non so proprio dove andare. / Ho sentito parlare di quella città che si chiama Paradiso, / e ho cominciato a farne la mia casa" (Antologia dei poeti negri d'America, Mondadori). Questa bella preghiera potrebbe accompagnarci nella settimana, la potremmo recitare il mattino per ricordarci che nella vita ciò che vale non è il successo o la carriera, ma solo l'essere e vivere come il Signore. Leggiamo infatti nella seconda lettura di oggi, tratta dal libro dell'Apocalisse: «Udii una voce potente che usciva dal trono: Ecco la dimora di Dio con gli uomini. Egli dimorerà tra di loro ed essi saranno suo popolo ed egli sarà il 'Dio con loro'. E tergerà ogni lacrima dagli occhi». Gli occhi degli uomini di oggi tanto indaffarati sono occhi pieni di lacrime, tutto ciò che essi fanno sembra produrre tristezza, angoscia e disperazione. Oggi più che mai gli uomini devono contemplare la grandezza di un Dio che è l'Emmanuele, il Dio con noi. Allora essi acquisteranno coraggio, con Dio vicino l'uomo diverrà capace di grandi cose, di andare in tutto il mondo e di predicare a tutti la Risurrezione di Gesù, come è accaduto a Paolo e Barnaba, che la prima lettura descrive infaticabilmente in viaggio, a visitare le nuove comunità dei credenti, ad incoraggiare tutti, ad esortare a restare saldi nella fede «poiché, dicevano, è necessario attraversare molte tribolazioni per entrare nel regno di Dio». E tu... sei pronto come Paolo e Barnaba a metterti in viaggio?